Lettera A

Alfabeto dell’Agogica e Glossario Musicale

A – Nella notazione alfabetica la lettera A corrisponde alla nota La.

A Cappella – Musica vocale senza accompagnamento, detta così perché normalmente viene eseguita nelle cappelle delle chiese.

ABBELLIMENTI o fioriture – Sono note di più piccole dimensioni, o dei segni convenzionali, che vengono posti tra le note o su di esse, al fine di abbellire una melodia o, in alcuni casi, di sopperire all’esigua e limitata sonorità di alcuni strumenti quali il liuto e il clavicembalo. L’origine degli abbellimenti risale a prima del XIII sec. come caratteristica propria dei canti trovadorici.
I principali abbellimenti sono: appoggiatura, acciaccatura, mordente, gruppetto e trillo.

ABBREVIAZIONI o abbreviature – Sono segni che semplificano la scrittura. Impiegati soprattutto nella musica manoscritta. Ne riportiamo qualcuno: X indica la ripetizione della battuta X indica che nell’esecuzione bisogna eseguire otto semicrome. X questo effetto si chiama tremolo ed è la rapida alternanza (in questo caso a semicrome) dei due suoni X

ACCELERANDO – Indicazione di movimento: aumentare gradualmente la velocità esecutiva.

ACCENTO – E’ la pulsazione fisica del ritmo. In musica per accento s’intende quel particolare rilievo che alcune componenti del discorso musicale assumono rispetto ad altre al fine di porre in evidenza la preminenza ritmica o espressiva. Gli accenti si distinguono in: metrico, ritmico e melodico

ACCIACCATURA – E’ una notina che precede la nota reale e prende il suo valore di essa. Va eseguita in modo molto rapido (generalmente a biscroma). Si scrive con una piccola figura di croma attraversata da un taglietto. Nella musica romantica spesso l’acciaccatura viene eseguita in anticipo togliendo parte del valore alla nota precedente.

ACCIDENTI – Sono segni grafici che modificano l’altezza dei suoni, innalzandoli o abbassandoli, vedi Alterazioni.

ACCOMPAGNAMENTO – Musica che sostiene un assolo, vocale o strumentale.

ACCORDATURA – Accordatura Sistema teorico che determina l’intonazione delle altezze prodotte da uno strumento musicale secondo una sensibilità che è frutto di norme culturali. Il termine “accordatura” indica inoltre l’operazione mediante la quale si ottiene la corretta intonazione di uno strumento musicale. Base della definizione di accordatura, sia nella musica dell’antica Grecia che in quella dell’Europa medievale, è stata la teoria pitagorica, secondo la quale due note sono definite concordanti quando le loro frequenze formano rapporti matematici semplici come 2:1 (ottava), 5:4 (terza maggiore) e 3:2 (quinta). Quest’ultimo rapporto, la quinta ‘giusta’ o ‘naturale’, divenne il fulcro della teoria rinascimentale, ponendosi come base del sistema temperato, a cui si riferiscono ancora oggi le accordature della maggior parte degli strumenti occidentali.

ACCORDEON – Strumento musicale munito di mantice a soffietto, alla destra del quale vi è una tastiera come quella del pianoforte ed a sinistra una serie di bottoncini rientranti. E’ uno strumento appartenente alla famiglia dei aerofoni. Generalmente la tastiera produce la melodia ed i bottoncini producono l’armonia.

ACCORDO – E’ l’emissione simultanea di tre o più suoni disposti in ordine di terze sovrapposte. Quelli a tre suoni si chiamano triadi, a quattro accordi di settima, a cinque accordi di nona.

ACEFALO – Dal greco aképhalos. Dicesi ritmo Acefalo un frammento melodico che invece di iniziare in battere inizia in levare, facendo si che nel battere vi sia un vuoto ritmico.

ACUSTICA – E’ quella branca della fisica che studia i processi di generazione, propagazione e ricezione dei suoni.

ADAGIO – Termine di andamento che stabilisce in modo approssimativo il grado di lentezza o di velocità di un brano.

Per conoscere l’esatta velocità di un brano bisogna far ricorso al metronomo. L’adagio va eseguito in modo lento.

ADDIZIONALI Tagli – Detti anche linee supplementari, posti sopra e sotto il pentagramma (rigo musicale); servono per inserirvi note la cui altezza eccede l’estensione dello stesso.

AEROFONI – Aerofoni Classe di strumenti musicali che emettono suoni prodotti dalla vibrazione di una colonna d’aria. Oltre all’organo e alla fisarmonica con le sue varianti, come il bandoneón, sono aerofoni tutti i cosiddetti strumenti a fiato, divisi in “legni” e “ottoni”. I legni principali sono il flauto, il clarinetto, il sassofono e il corno inglese, mentre gli ottoni più noti sono la tromba, la tuba, il trombone e il corno. Questa suddivisione tradizionale rimane anche per gli strumenti attualmente fabbricati con materiali diversi: ad esempio, sono legni anche i flauti traversi, generalmente di ottone e più raramente d’argento, così come i flauti di plastica.
Gli aerofoni a fiato si distinguono anche secondo il tipo di imboccatura mediante la quale l’aria viene soffiata nello strumento. Sono detti “a bocchino” quelli nei quali si appoggiano le labbra a una sorta di imbuto rovesciato: tromba, trombone, corno, cornetta e tuba. Sono “a becco” il flauto dolce e l’ocarina, in cui si tiene fra le labbra l’imboccatura a taglio trasversale; sono “a bocca”, invece, il flauto traverso, il flauto di Pan e l’ottavino, nei quali l’aria viene soffiata nell’imboccatura dalle labbra leggermente discoste. Sono infine “ad ancia” gli aerofoni che hanno all’interno dell’imboccatura (stretta fra le labbra ripiegate sui denti) un’ancia, ossia una linguetta che vibra al passaggio dell’aria e che può essere semplice (clarinetto e sassofono) o doppia (oboe e fagotto).

AFONIA – Perdita della voce, fra l’altro, dovuta alla scomparsa della mobilità normale della laringe. Può essere totale o parziale e può dipendere anche da una forte emozione o panico (accade ai cantanti, a volte)

AGNUS DEI – E’ una delle sette parti musicali che compongono la messa da Requiem (Requiem, Kyrie, Dies-Irae, Offertorio, Sanctus-Benedictus, Agnus Dei, Libera Me Domine).

AGOGICA – Termine che indica la momentanea modificazione della velocità del brano. Essi sono: rallentando, ritardando, affrettando, stringendo, più mosso, meno mosso, ecc…

ALBERTINO basso – Accompagnamento usato su strumenti a tastiera nel XVIII secolo: consiste in accordi spezzati, suonati con la sinistra. Deve il suo nome al musicista italiano Domenico Alberti.

ALEATORIA, musica – Tipo di composizione in cui il corso della musica può variare grazie ad eventi casuali.

ALLARGAMENTO – Le dita delle mani quando non eseguono note contigue.

ALLEGRETTO – Tempo vivace, ma non quanto l’Allegro.

ALLEGRO – Rientra nei termini di andamento e stabilisce, in modo approssimativo, il grado di velocità di un brano. Questo termine indica anche il primo movimento della sonata classica.

ALLEMANDA – L’Allemanda primitiva era una melodia semplice a misura binaria con movimento moderato. Diventò poi la prima parte delle suite francese con ricercatezza di scrittura (con virtuosismi ed imitazioni). La si incontra anche nelle suites per orchestra, per violino e per liuto. Una danza popolare a tre tempi ed assai veloce denominata allemanda esisteva già verso il 1580 ed appartiene al folklore anche se, a volte, è stata trascritta da grandi autori quali Haydn, Mozart, Beethoven.

ALTERAZIONI – Sono segni grafici che modificano l’altezza dei suoni, innalzandoli o abbassandoli di un semitono o di un tono. Essi sono: il diesis che segnato davanti ad una nota la innalza di un semitono, il bemolle che segnato davanti ad una nota la abbassa di un semitono. Il doppio diesis che segnato davanti ad una nota la innalza di un tono. Il doppio bemolle che segnato davanti ad una nota la abbassa di un tono. Il bequadro che annulla l’effetto delle alterazioni e riporta le note allo stato naturale. Il doppio bequadro che annulla l’effetto delle doppie alterazioni.

ALTERED – Riferito ad un accordo di 7° di dominante in cui si alterano tutte le note tranne la 1a, 3a e la 7a, ed alla scala relativa la quale si trova sul 7° grado di una scala minore melodica.

ALTEZZA – Riferita al suono è quella proprietà che ci consente di distinguere se un suono è grave o acuto. Questo dipende dal numero delle vibrazioni. Più sono numerose più il suono è acuto.

AMBROSIANO, canto – Canto liturgico introdotto nella chiesa milanese da S. Ambrogio vescovo, nel IV secolo.

AMOR CORTESE – Amor cortese Codice di comportamento che regolava la relazione tra gli amanti di estrazione aristocratica nell’Europa occidentale durante il Medioevo. Improntato agli ideali della cavalleria e del feudalesimo, l’amor cortese ebbe la sua celebrazione letteraria tra l’XI e il XIII secolo nelle canzoni dei trovatori e trovieri, che ne codificarono poeticamente le norme principali. Il codice letterario cortese. Attingendo al patrimonio immaginario e retorico della poesia erotica latina, e in particolare alle opere di Ovidio (l’Ars amandi e i Remedia amoris), la poesia cortese di argomento amoroso sembra riflettere in senso idealizzante condizioni socioculturali ben determinate. La struttura piramidale tipica della società feudale prevedeva che, attorno a un nucleo di potere forte che, a seconda dei diversi livelli lungo la scala delle autorità, poteva essere rappresentato dal sovrano, dal barone, dal piccolo feudatario, si raccogliesse un’aristocrazia di cavalieri e dame. Valori come il servizio e la fedeltà, che legano la corte al signore e si concretizzano in obblighi e prestazioni materiali, subiscono una sorta di trasposizione ideale nel codice letterario cortese.
La fin’amor, il concetto di amor cortese così come viene espresso dall’elaborazione poetica dei trovatori provenzali, vuole che un cavaliere venga preso da passione per una dama di nobile stirpe, generalmente di grado nobiliare più alto, spesso identificata con la donna del signore. Il codice, dal formalismo rigorosissimo, obbliga il cavaliere a esercitare virtù come la pazienza, l’assoluta discrezione, la lealtà, la fedeltà esclusiva, la generosità, il coraggio eroico per potersi meritare l’attenzione dell’amata e una speranza di vedere ricambiati i propri sentimenti.
L’attrazione sensuale, pur esplicitamente presente nell’immaginario poetico e talvolta fonte in se stessa di sofferenze fisiche, viene tuttavia sublimata in una sfera di superiorità spirituale. Ecco quindi che l’esercizio dell’amor cortese diviene di fatto un itinerario di perfezionamento dell’anima, giocato tra prove di raffinato intellettualismo e di ambiguità erotica.
Il codice cortese dell’amore, vera e propria rivoluzione mentale all’interno delle regole di comportamento sociale, grazie all’eccezionale valore artistico della poesia che lo ha trasmesso, ha lasciato tracce tuttora evidenti nell’immaginario sentimentale ed erotico della civiltà occidentale.

ANACRUSICO – Frammento melodico che inizia in levare a mò di slancio sulla parte terminale di una battuta (arsi) per poi posarsi sul tempo forte della battuta seguente (tesi).

ANALISI – L’analisi musicali può essere: armonica se viene analizzato il telaio armonico di una composizione. Melodica se si analizza la melodia (il tema con tutte le sue componenti). Ritmica se si analizza la pulsione ritmica con eventuali cambiamenti di tempo nel corso della composizione. Formale se si analizza la forma della composizione (suite, sonata, fuga, ecc…).

ANCIA – Linguetta di legno sottile applicata sul bocchino di uno strumento (clarinetto, sassofono) sul quale vibra producendo un suono.

ANCIA DOPPIA – E’ costituita da due linguette di legno (una contro l’altra) nelle quali si immette l’aria facendole vibrare, si ottiene così il suono. Questo avviene nell’oboe, nel corno inglese, nel fagotto e nel controfagotto.

ANDAMENTI – Sono quei termini che stabiliscono in modo approssimativo il grado di velocità di una composizione (volendo sapere l’esatta velocità del brano si dovrà ricorrere al metronomo). Essi sono: largo, grave, lento, larghetto, adagio, andante, allegro, presto, prestissimo, ecc…

ANDANTE – Indicazione di tempo moderato: più lento dell’allegro.

ANDANTINO – Tempo leggermente più veloce dell’andante.

ANIMATO – Altra indicazione di esecuzione vivace.

ANTHEM – Composizione corale su testo sacro, tipica della liturgia anglicana.

ANTIFONA – Canto liturgico a due cori alternati, in uno schema di chiamata – risposta.

APPOGGIATO –

APPOGGIATURA – E’ una notina di espressione che precede la nota reale e prende il suo valore da essa. Può essere di qualsiasi valore, purchè minore della nota reale. Il valore di durata dell’appoggiatura è esattamente corrispondente alla figura con la quale è eseguita.

ARABESQUE – Passaggio musicale ricco di ornamenti o abbellimenti.

ARCHETTO – Arnese usato per suonare il violino e altri strumenti a corde (tra cui la viola, il violoncello e il contrabbasso). Nella sua forma moderna, l’archetto consiste in una bacchetta di legno elastico alla quale, da una estremità all’altra, sono sottesi crini di cavallo. Questi sono raccolti da un dado a vite a una delle estremità (nasetto), in modo da poterne regolare la tensione. Inoltre, gli stessi crini vengono ricoperti di pece, così da provocare una frizione al momento del contatto con le corde e permettere quindi a quest’ultime di mettersi in vibrazione. Il suono così ottenuto può variare considerevolmente a seconda della tecnica d’arco impiegata, o mutando la velocità o la pressione effettuata sull’archetto stesso. Il nome archetto deriva dalla forma convessa che l’arnese possedeva in origine, molto simile a un arco da caccia. In Europa, archetti di questo tipo furono in uso fino al XV secolo; a partire dal XVI secolo, i costruttori cominciarono a sperimentare nuove forme diminuendo progressivamente la convessità. Nel XIX secolo, il francese François Tourte elaborò la forma ancor oggi in uso: una bacchetta affusolata incurvata leggermente verso la linea di tensione dei crini, la cui punta è costruita in metallo o in avorio. Esiste inoltre uno strumento a corda denominato arco musicale: si tratta di una bacchetta flessibile della lunghezza variabile fra gli 0,5 e i 3,00 m, alla quale viene fissata una corda. Per produrre un determinato suono, l’esecutore pizzica la corda con una mano, oppure, al fine di produrre note più lunghe della dominante, diminuisce la lunghezza vibrante della corda con le dita dell’altra mano.

ARCHI – Con questo termine si indica l’insieme degli strumenti ad arco: violini, viole, violoncelli e contrabbassi.

ARCO – Accessorio indispensabile per poter suonare uno strumento ad arco. Formato da un’asta di legno con due sporgenze alle estremità a cui sono attaccati crini di cavallo ricoperti di pece il cui fregamento sulle corde dello strumento produce suono. Indicazione per i violini dopo un pizzicato: indica di riprendere a suonare con l’archetto.

ARIA – Questo termine ha indicato dapprima un pezzo cantabile, poi una melodia artistica o popolare (generalmente accompagnata con liuto o clavicembalo) ed infine, nell’opera intorno al 1600. La grande aria è stata l’elemento fondamentale di ogni composizione lirica. La forma della grande aria è spesso tripartita con lo schema A, B, A col da capo al fine. E’ entrata persino nella musica sinfonica strumentale dei secoli XVIII e XIX (nella suite) come pezzo di particolare rilievo.

ARIOSO – Frammento melodico che, per la sua struttura, sta tra il recitativo e l’aria propriamente detta. Questo termine indica un’espressione vocale con accompagnamento strumentale.

ARNAUT DANIEL – (Ribérac, Périgord 1150 ca. – 1200 ca.), trovatore provenzale, conosciuto in Italia anche come Arnaldo Daniello. Secondo le poche notizie biografiche pervenuteci, era di origine nobile, assistette all’incoronazione di Filippo Augusto, re di Francia, nel 1180, ed ebbe l’amicizia di Bertran de Born e la protezione di Riccardo Cuor di Leone.
Dei suoi versi rimane un canzoniere di diciotto liriche di ispirazione amorosa (vedi Amor cortese), di intensa forza espressiva, fra cui la più famosa, Lo ferm voler qu’el cor m’intra, utilizza per la prima volta lo schema metrico della sestina, basato sulla ripetizione di parole-rima. La sestina venne ripresa anche da Dante e da Francesco Petrarca, che in Arnaut riconobbero il più grande dei poeti provenzali. Il primo ne parla nel De vulgari eloquentia e nel Purgatorio (XXVI, 117), dove Guido Guinizelli interviene definendolo “il miglior fabbro del parlar materno”; Petrarca ribadisce il suo primato fra i trovatori nel Trionfo d’Amore.

ARMONIA – E’ quella branca dell’arte musicale che studia la scienza degli accordi. Li classifica e ne studia le varie concatenazioni possibili. Jean Philippe Rameau (1683-1764) compositore francese viene considerato il creatore della moderna teoria armonica.

ARMONICA a bocca – Strumento a fiato inventato dal tedesco Buschmann nel 1821. Viene impiegato sovente nel blues e nella musica country.

ARMONICI – Sono piccolissimi ed impercettibili suoni più acuti che si producono contemporaneamente all’emissione del suono principale. Sono anche detti suono concomitanti o ipertoni. Gli armonici si producono per la proprietà che ogni corpo elastico ha di vibrare, oltre che nella sua interezza, anche in sezioni infinite ognuna delle quali, vibrando per se stessa, dà un suono armonico diverso.

ARPA – Strumento a corde pizzicate, accordato sulla scala di do bemolle, di forma triangolare munito di pedali per mutare l’accordatura. Si suona pizzicando le corde, il suono è molto dolce. Attualmente l’arpa è dotata di 47 corde (prima erano di meno). L’estensione è molto ampia.

ARPEGGIO – Viene indicato con un segno verticale ondulato posto davanti ad un accordo. Ciò significa che le note di questo accordo non vengono eseguite simultaneamente, ma in rapida successione, una dopo l’altra.

ARRANGIAMENTO – E’ la strumentazione di una melodia conosciuta per ogni tipo di organo vocale e/o strumentale. Nella musica jazz gran parte della musica è strumentata da un arrangiatore.

ARRANGIATORE – Colui che strumenta liberamente la melodia. L’organico di una orchestra jazz è generalmente: 5 sax (2 alti, 2 tenori, 1 baritono), 4 trombe e 4 tromboni, piano, chitarra, basso e batteria.

ARS ANTIQUA – Ars antiqua, Ars nova Nella musica antica, formule usate da alcuni teorici francesi degli inizi del Trecento per distinguere le loro tecniche da quelle dei secoli precedenti.
L’Ars Antiqua è codificata nei trattati di tre teorici musicali della seconda metà del XIII secolo, Francone di Colonia, Magister Lambertus e Petrus de Cruce, e riguarda il periodo in cui si praticavano le forme dell’organum, del conductus, del mottetto, della cantilena e dell’hochetus. Un elemento di forte distinzione rispetto all’Ars Nova è la sua notazione: l’uso di note prolungate come la longa, la breve e la semibreve; la loro divisione in unità ‘perfette’ (ossia ternarie); e l’impiego di sei tipi base di ritmo, o modi ritmici. La denominazione ‘Ars Antiqua’ spesso si estende a coprire tutta la musica polifonica tra la fine del XII e il XIII secolo, e in particolare la scuola di Nôtre Dame (1160-1260) con i suoi due celebri compositori Léonin e Pérotin, e il periodo successivo (1260-1320): dopo di che ha inizio…

ARS NOVA – L’espressione ‘Ars Nova’ deriva da un omonimo trattato del compositore Philippe de Vitry (1325 ca.) nel quale si introduce una nuova forma di notazione, anche se altri scritti, in particolare di Johannes de Muris, nonché l’opera di Guillaume de Machaut, e tutta la produzione polifonica francese del Trecento, fanno pensare a una diffusa consapevolezza dell’avvenuto mutamento stilistico.
I progressi nella notazione, e in particolare la dissoluzione dei moduli ritmici, resero possibile tutta una nuova gamma di espressioni artistiche. Furono introdotti ritmi più complessi, con unità binarie oltre che ternarie, e valori più brevi come la minima e la semiminima. Gradualmente fu adottata una forma di notazione mensurale (misurata), in cui assieme al ritmo veniva definita esattamente anche l’altezza. Ciò condusse all’introduzione di forme profane come la chanson e allo sviluppo dell’isoritmia nella composizione dei mottetti, con il conseguente aumento della loro lunghezza.

ARSI – Movimento di slancio di un frammento ritmico/musicale che inizia in levare in contrapposizione al movimento di caduta in battere detto “tesi”.

ATONALITA’ – Indica l’annullamento del sistema tonale in funzione di un cromatismo sempre più diffuso, per cui vi è la tonale assenza dei rapporti tonali.

AUMENTATO – Detto di scala o di accordo in cui sia presente la 5a aumentata.

AUMENTAZIONE – Artificio contrappuntistico: una linea melodica o un intero motivo presentano valori più lunghi dell’originale.